23 marzo, Salonicco E' trascorsa la prima settimana di
viaggio. Dopo tre giorni interlocutori nel nord Italia e dopo ventiquattrore di
traghetto, sbarco a Igoumenitsa. La Grecia mi appare subito col suo volto piu'
tipico: quello mediterraneo delle costruzioni bianche digra Le musiche che di tanto in tanto giungono dalle case ricordano certe composizioni di Goran Bregovic, mentre cio' che mi circonda e osservo conferma le idee che mi ero fatte sulla penisola: vallate strette e talvolta battute dal vento, pendii innevati, paesi arroccati in luoghi improbabili. Nulla che vedere con l'immagine che solitamente si ha dello Stato ellenico, nulla che possa attrarre il turismo di massa. In verita' questo tipo di ambientazione non e' l'ideale neppure per il cicloturismo: i continui dislivelli, spesso notevoli, rompono il ritmo ed affaticano le gambe, mentre i villaggi sono distanti l'uno dall'altro. In compenso le strade sono in condizioni buone e la gente e' gentile e disponibile: lo sarebbe probabilmente anocora di piu' se la loro lingua, cosi' diversa e peculiare (ne' latina, ne' anglosassone o slava), facilitasse la comunicazione. A 80 km. da Salonicco l'ambiente cambia nuovamente e le montagne sfumano nella pianura che si affaccia sull'Egeo. Raggiungo cosi' la seconda citta' greca dopo 450 km, tanti la separano da Igoumenitsa, percorsi in tre tappe. Per ora posso solo averne la vaga impressione di un'aspirante metropoli in grado di offrire diversi svaghi, ma incapace di fare a meno di traffico e caos. Avro' comunque modo di approfondire la conoscenza nella giornata di riposo che intendo concedermi prima di affrontare le ultime asperita' elleniche, le prime della Bulgaria. |
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