23 giugno, Cita

 La Siberia e' come un grande paese. La curiosita' spinge la gente prima a porre mille domande e poi a comunicare l'esito dell'"interrogatorio" ad amici e conoscenti. In tal modo la notizia del mio passaggio si diffonde rapidamente, spesso precedendomi. Capita cosi' che alle porte di Krasnojarsk mi venga incontro un cicloamatore del luogo: -Sapevo che saresti arrivato oggi- mi dice; sapeva anche gli spostamenti degli ultimi due giorni. In altre occasioni e' la stampa locale ad attendermi.

In questo clima amichevole, seppure a volte un po' inquietante, continuano a srotolarsi i chilometri: da Novosibirsk a Krasnojarsk, coi suoi sobborghi adagiati sulle colline e sorprendevolmente eleganti; poi a Irkutsk e Ulan Ude, capoluogo della Buriatia appena 500 km a nord di Ulan Bataar; infine Cita: in complesso altri 3000 km.

Il tratto di strada dopo Irkutsk e' forse il piu' intenso di tutto il viaggio. Ritornano le montagne a spezzare la monotonia di un paesaggio poco vario e mi addentro nella Repubblica Autonoma di Buriatia, dove la maggioranza della popolazione appartiene ad un'etnia affine per lingua e tratti somatici a quella mongola. Soprattutto costeggio per 200 km. il lago Bajkal, perla della Siberia e dell'Asia intera, nonche' immensa riserva di acqua purissima che la gente del posto non esita a bere.

Esso appare per la prima volta dall'alto dei mille metri della strada nazionale, con la sua forma a boomerang e le sue rive disseminate di villaggi di pescatori. Non si puo' parlare di turismo di massa, ma la quantita' di visitatori, alcuni europei o nord-americani, e' di gran lunga la maggiore riscontrata dall'inizio del viaggio.

Certo questo ambiente quasi incontaminato restera' impresso nella memoria per la propria bellezza, ma anche per un altro motivo meno lieto: un guasto meccanico mi impedisce di proseguire oltre e mi costringe a tornare indietro col treno di qualche centinaio di chilometri. Il danno si ripara e posso ripartire, non pero' senza aver perso tempo e buon'umore.

Dopo Ulan Ude la Siberia assume un aspetto particolare: il paesaggio semidesertico e arso da 35 gradi e piu', riporta alla mente gli ambienti di un film western, non certo quelli della profonda Russia.

Ultima sosta di rilievo prima di Vladivostok e' Cita, citta' chiusa agli stranieri fino ai tempi della Perestrojka e che dunque ben pochi occidentali hanno potuto visitare. Qui sono particolarmente interessanti i luoghi della prigionia dei "Decabristi", gruppo di aristocratici illuminati ostili alla tirannia dello zar, arrestati all'inizio dell'800 e condannati ad esilio e lavori forzati.

Da Cita a Habarovsk la strada diventa sterrata e disastrata, fino a scomparire talvolta nei terreni paludosi. Non posso coprire questa lunga distanza con la mia bicicletta e mi affidero' percio' al treno. Infine solo 800 km., da pedalare in  cinque tappe, mi divideranno dall'arrivo: poco piu' che uno scherzo.