Samara, 30 aprile 2004

 Per trasferirsi da Volgograd a Samara occorre aggiungere alla tabella di marcia altri sei giorni, più 820 km. Una buona parte della strada costeggia il Volga, il grande fiume che a volte si allarga a tal punto da sembrare il mare, con tanto di scie lasciate dalle imbarcazioni, piccole insenature e raccolti villaggi di pescatori. Anche il vento, costante da quando sono entrato in Russia,  decide di procedere parrallelamente al Volga, ma per il verso opposto al mio.

Intanto il viaggio assume sempre più i connotati di una sfida contro la primavera: la bella stagione mi ha preceduto ed atteso sulle rive dello Jonio e dell’Egeo, nella pianura bulgara, a Odessa e Volgograd, ma si è attardata sulle montagne balcaniche, all’interno dell’Ucraina ed ora qui a Samara, dove gli alberi sono ancora spogli. Proprio il vento contribuisce a caratterizzare la sfida, facendo apparire e scomparire le nuvole come un prestigiatore e portando a giorni alterni ora un piacevole tepore, ora freddo, seppure sopportabile, da chissà quale parte del continente.

 In attesa della definitiva sconfitta, mi addentro nella steppa, che comincia ad est del Volga per aprirsi nel vicino Kazakistan fin nel cuore dell’Asia. Per alcuni tratti di diverse decine di chilometri, c`e` solo una lingua d’asfalto rettilinea in mezzo all’immensa prateria russa esposta ai dispetti del tempo; pochi alberi e quasi nessuna traccia di vita umana che non siano persone in transito come me; per fortuna i punti di ristoro sono più frequenti dei villaggi e delle città e spesso offrono un giaciglio per la notte accanto ad una stufa a legna.

 Anche la dieta deve necessariamente adeguarsi al nuovo scenario: tutti i caffè mostrano ormai lo stesso menù, con qualche varietà di carne, uova, purè, maccheroni, insalate di verdure locali, zuppe di cipolle, rape e cavoli. Difficilmente trovo diverse combinazioni e non sempre riesco ad integrare con biscotti, latte o frutta. Tuttavia l’ostilità ambientale viene ampiamente compensata dalla cordialità dei russi: il loro carattere è brusco, privo di convenevoli ed apparentemente chiuso, ma aldilà di questi aspetti si nasconde disponibilità ed altruismo, pronti a manifestarsi non appena ce ne sia la necessità.

  Il ciclista solitario suscita inoltre molta curiosità, la quale si traduce in numerose domande, in inviti a colazione o perfino in richieste di reportage da parte degli organi di stampa. Dopo che la tv ucraina, a mia insaputa, ha parlato di me, gentilmente rilascio un’intervista in russo ad un giornale di Volgograd e devo poi negarmi, per scarsità di tempo, alle telecamere di una testata televisiva locale.

 Infine raggiungo Samara, una citta` da un milione e mezzo di abitanti, incuneata tra il fiume omonimo ed il Volga. Anche qui il vento tormenta le strade alzando la polvere fino agli occhi; sulla strada per Ufa ed Ekaterinburg, mi dicono, ritorneranno le montagne e con esse, probabilmente, la bonaccia primaverile.